Libri, libri e libri – Dire quasi la stessa cosa (U.Eco – 2003).
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Il Cinese nel settore commerciale (Ovvero come ho appreso l’arte della pazienza).

Libri, libri e libri – Dire quasi la stessa cosa (U.Eco – 2003).

Da tempo avevo questo libro sullo scaffale, in attesa di essere letto, e finalmente al mio settimo mese di gravidanza mi sono ritagliata del tempo per leggerlo, nella speranza che anche l’inquilina nella pancia possa recepire un minimo di quello che assimilo (non nascondo che desidererei che si appassionasse alle lingue come me, ma per questo c’è tempo).

Anche se non propone mai esempi di traduzioni dal Cinese, e anche se ammetto di aver avuto difficoltà nell’analisi di frammenti di testi tradotti in lingue a me sconosciute (Tedesco e Spagnolo per esempio), devo dire che questo testo mi ha aperto la mente verso mondi legati alla traduzione a cui non avevo mai pensato.

Non si parla solo di traduzione come passaggio di un testo da una lingua a un’altra, ma si pensa alla traduzione anche in ambiti semiotici diversi; perché dunque non pensare a una traduzione come la trasposizione di un testo in ambito cinematografico? Uno dei messaggi fondamentali che ci vuole passare questo insieme di esperienze di traduzione infatti, è che nel processo di traduzione (sia quando parliamo di traduzione di testi o ancor più in ambiti semiotici diversi), qualcosa immancabilmente viene perso, ecco perché il traduttore deve negoziare col testo d’origine, con l’autore, e pensare anche al pubblico che si troverà alle prese con la lettura della traduzione del testo. Noi traduttori (per chi ancora non si è avvicinato a questo mestiere…) non trasportiamo semplicemente un testo da una lingua ad un’altra, ma negoziamo e trattiamo col testo d’origine, con il senso e con il contesto di tutto ciò che lo circonda.

Molto interessante pure pensare ad una traduzione che “invecchia”, che è adattata al periodo storico in cui viene letta, e che immancabilmente subirà adattamenti e cambiamenti nel corso dei secoli; almeno io, non ci avevo mai riflettuto prima d’ora, e l’ho trovato uno spunto interessante.

Mi sento di consigliare il testo a tutti i colleghi traduttori e interpreti, in quanto pensare al nostro lavoro in senso più ampio può senz’altro aprirci la mente verso nuove frontiere legate al nostro lavoro, io l’ho apprezzato moltissimo pur non occupandomi di traduzione letteraria (il testo sappiate che verte su questo settore).

Buona lettura!

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